martedì 29 maggio 2012

Intervista con Atual Magazine (Traduzione Completa)




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Non sto per chiederti qual è il tuo hobby preferito, o la tua vita privata o di che tratta il tuo nuovo progetto.
Fantastico.

In Cosmopolis, hai lavorato per la prima volta con David Cronenberg, un regista conosciuto per non lasciare nessuno indifferente.
E' vero eh? ora posso dire che è vero. Ho avuto bisogno di qualche tempo, perchè durante le riprese di Cosmopolis, non capivo molto quello che stavo facendo. L'ho capito solo quando ho visto il film per la prima volta. Ero da solo in una stanza. Ero perplesso. Ho avuto uno strano sentimento, come una contaminazione.

Pensi che Cosmopolis, in qualche modo, sia anche lui un film sui vampiri?
Oh no, spero di no! Non ci sono vampiri qui.

Qual è la ragione, per cui hai accettato questa parte?
David Cronenberg, senza dubbi.

Faceva parte del tuo mondo cinematografico?
Sì, Sono un suo grande fan, da molto tempo. 'Videodrome' è uno dei miei film preferiti in assoluto. So che lui mette sempre la sua creatività su tutto e questo progetto è diventato come un'esperienza di vita. E' uno dei rari registi che sembra non abbiano paura di niente.  Come è lui veramente, i suoi film, dalla prima all'ultima scena.

E tu? Avevi paura di fare questo film?
Durante il primo giorno, non so dirti quanto ero spaventato. Molti registi cercano di guidare gli attore mano a mano. Danno le loro istruzioni tutto il tempo, facendoci diventare marionette. Con Cronenberg tutto è diverso e automatico. Abbiamo finito le riprese, filmato...e tutto qui. La  relazione con il lavoro è tipo un'esperienza sensoriale e la cosa più difficile è come impostare il tono giusto. Nesuno ci ha spiegato la psicologia dei personaggi, per esempio. David sapeva esattamente quello che stava  facendo. Conosceva il copione con il cuore. Non ho mai lavorato con un regista con così tanta fiducia in se stesso.

Cosa è successo esattamente prima delle riprese?
Prima David mi ha dato il copione da leggere e poi ho letto il libro di Don DeLillo. Il copione è molto fedele al libro. Ero molto impressionato dal ritmo. Ma ero altrettanto sorpreso dalla semplicità, perchè le persone mi dicevano che Cosmopolis non era un libro facile, un libro impossibile da adattare sullo schermo. Il copione di David era come una poesia.  Non ero sicuro di cosa avrei dovuto fare, dove andare o come la storia sarebbe andata a finire. E più leggevo, più domande sembravano restare senza risposta. Non era facile perchè il mio personaggio è in tutte le scene. Questo mi ha fatto studiare il copione parola per parola, come se fossi a teatro.

Conoscevi il lavoro di DeLillo? Leggevi i suoi libri prima di dormire?
Non esattamente. Avevo letto alcuni dei suoi libri, ma niente come Cosmopolis o Eric Packer.

Hai imparato qualcosa di più su di te come uomo e come attore con questo ruolo?
Oh sì, il mio debito è infinito. Ho scoperto che non si può fare la stessa cosa per tutta la tua vita. Con questo non voglio dire che mi sono visto come questo personaggio. Non ha niente di me.

Chi è Eric Packer?
E' difficile rispondere perchè penso che lui non simbolizzi niente. Lui sa come muoversi nel mondo della finanza, dove poi perderà tutto, nel giro di 24 ore, e guarderà la propria distruzione senza essere in grado di reagire razionalmente ed emotivamente. Lui lavora con il nulla, con speculazione e reagisce con freddezza ai suoi istinti, qualcosa che lo rende molto misterioso. Ma non riesco a vederlo come causa o come vittima di qualcosa, perchè la sua espressione è neutrale, è lontano dagli stereotipi. Fa solo parte di un ingranaggio, è come una parte di una macchina. La sua vita è parallela alla realtà, è come se arrivasse da un altro pianeta. Praticamente, non sa come vivere nel presente perchè lui divora il presente. E' curioso, quando stavamo girando il film, nessuno sul set si chiedeva cosa volesse dire, se davvero significasse qualcosa. Credo che David abbia portato questo. Lui lavora così, nel buio, senza alcuna logica che spieghi le cose. David è davvero una persona istintiva che reagisce meno alle idee che alle emozioni.

Lascia che te lo chiedi ancora, in qualche modo: credi che vorresti mai incontrare Eric Packer? Potresti essere suo amico?
Non penso che potrei essere suo amico, ma sì, se fosse una persona vera, mi piacerebbe proprio incontrarlo. Sentire quello che a da dire sul  mondo di oggi e sulla crisi globale. Vorrei parlare con lui di questo. Probabilmente una sola volta.

Mi hai detto delle difficoltà del testo. Come ti sei preparato alla parte? Conoscendo i film di Cronenberg, credo che non ci siano state molte prove..
E' vero. A Cronenberg non piacciono le prove. Quando un attore arriva sul set deve portare il suo personaggio con se, il confronto è stato fatto a casa ed è una specie di patto. Cronenberg è un regista di incredibile precisione. E, dall'altra parte, molto sensitivo sulle performance degli attori. Se perde la concentrazione per un breve momento, interrompe la scena immediatamente, è quasi snervante lavorare con qualcuno così. Nessun dettaglio è trapelato da lui. Cronenberg sapeva esattamente come le riprese dovevano essere alla fine del giorno, quale andava fatta per prima e quale andava fatta per ultima: arrivava sul set con il film completamente fatto.

Ma per un attore, ci sono scene più difficili di altre: ricordo la scena nella limousine, per esempio.
Per me è stato davvero uno strano momento. Ho fatto la scena con Juliette Binoche, di cui sono fan da molto tempo. Non ci siamo mai parlati prima. E' arrivata a Toronto una mattina e nel pomeriggio abbiamo dovuto filmare la scena di sesso nella limousine. E' stato un po' spaventoso.

Nell'ultima parte del film, lavori con Paul Giamatti, uno dei migliori e più grandi attori della tua generazione. Non eri intimidito?
Non mi ha intimidito, ma ha aumentato la tensione. Paul non era meno teso di me. E' un momento cruciale del film, un grande dialogo di confronto, e David insisteva che dovevamo dire tutto come era scritto, come se fosse Shakespeare. Non era permesso cambiare. Paul ha fatto una fantastica performance in quella scena.

Pensi che Cosmopolis potrà essere il segno del prima e del dopo della tua carriera? O è come solo un altro lavoro, un altro passo naturale?
Cosmopolis sarà definitivamente un film importante per me. Io sono cambiato, e sento quel cambiamento. Sto entrando in una fase della mia vita dove devo fare delle scelte e testare me stesso come attore. Cosmopolis non è stata una scelta facile per me. Ero etichettato con la Saga di Twilight quando ho avuto il lavoro di Cosmopolis, ed ero consapevole di questo, sarei cinico se dicessi il contrario. Prima delle rirpese ero così angosciato. Dubitavo delle mie capacità, non sapevo se sarei stato bravo abbastanza. Ho pensato che avrei rovinato tutto. Ma poi ho pensato: 'Se hanno puntato su di me, è perchè credono in me'. Cosmopolis è caduto sul mio grembo. Mi ha incoraggiato a cambiare tutto.

C'è ancora un ultimo episodio della Saga di Twilight, che sarà rilasciato verso la fine dell'anno, dopo Cosmopolis. Non ti da fastidio adesso?
Affronto il rilascio con la stessa professionalità. No, quello che mi infastidisce è pensare che sto invecchiando, che mi stanno venendo le rughe in faccia e forse è meglio dare un taglio con tutto quello che ho fatto fino ad ora, è tempo che io lo accetti.

Pensi oggi, che Twilight, specialmente dopo un importante film come Cosmopolis, da un punto di vista artistico, sarà un'esperienza che verrà dimenticata?
Non voglio dire sì perchè ho dato sempre il meglio di me, anche se molta gente pensava di me come un piccolo attore, o come un pessimo attore di Twilight. Sono le stesse voci che ora mi chiedono: 'Ora, con Cronenberg, vedremo se sei in grado di recitare, vedremo se sei un attore serio'. C'è molto lavoro in Twilight. Ora ho 26 anni, sono stato in 5 film della serie e mi sono confrontato con molte decisione artistiche. E loro contano, ovviamente. Quello che ho fatto prima conta. Ed è per questo che David mi ha offerto la parte. Ho sempre voluto fare buoni film, ma prima di Cosmopolis ero un po' spaventato, se erano buoni o no. Adesso mi preoccupo di quello che pensano di me, Voglio ottenere il rispetto dagli altri per il mio lavoro. Ho dei progetti seri in mano, che non mi aspettavo di ottenere, grazie a Cosmopolis.

La transizione attraverso la Saga di Twilight ti ha portato un sacco di cose. Ti ha fatto diventare una figura mediatica nel mondo. Uno degli attori più pagati. Il successo è intorno a te. Come ti sei comportato con questo?
Quando una persona diventa improvvisamente famosa, quando non puoi uscire senza che i paparazzi ti aspettino, è molto facile perdere il controllo della tua immagine e quello che le altre persone pensano di te. Alla fine, siamo solo una ruota di un grande ingranaggio e non sappiamo dove andremo. E' successo a me. Era quasi notte. Essere celebrità non richiede attitudini. Ad un certo punto mi sono chiesto se ero ancora un attore, e dove era l'attore in me: nei film o nella mia vita?

Ti senti come se fossi  diventato un prodotto di Hollywood?
Sento come se Hollywood cambiasse le persone in qualcosa che non sono. Hollywood protegge e distrugge l'immagine come funziona meglio per il tuo lavoro. E' una macchina dei sogni, nel mio caso, mi ha creato un etichetta. Ho perso molte parti in film solo perchè ero connesso a Twilight. Anche se, per un attore, che cosa è un successo commerciale, se non un fatto parallelo? Il film non sarà migliore o peggiore solo per questo. 

C'è un lato perverso in tutto, perchè il successo del film dipende anche dal reale successo di un attore. Per esempio: Il teaser trailer di Cosmopolis, rilasciato mesi fa è stato uno dei più visti e condivisi in internet. Il film è stato discusso da tutti, specialmente perchè tu ne facevi parte...
Il teaser era lungo 30 secondi e può portare le persone a credere in qualcosa di diverso. Non è il film.

Credi che Cosmopolis cambierà radicalmente la tua immagine, specialmente per le fan che ti seguono e adorano Twilight?
Allora, questo è:  le opinioni che loro hanno su di me contano, ma ho imparato a difendermi da loro. Comincio a sentirmi davvero stanco di essere l'idolo delle ragazze teenagers, ragazze che hanno la metà dei miei anni. Hai bisogno di avere, molto più di un faccino carino sullo schermo o un carisma fotogenico che ha lavorato per molto tempo. Bisogna sapere affrontare rischi. Sono consapevole di questo e non cado in illusioni.

TRADUZIONE NOSTRA | Fonte

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