1.JASPER Mi ero trasferita da qualche mese a Forks, una piccola, tranquilla e piovosa cittadina situata nella penisola di Olympia, nello stato di Washington. Cosa ci facevo li? La mia adorata zietta Alice aveva gentilmente lasciato in eredità alla mia famiglia la sua graziosa casetta posta ai confini della foresta della città. Ora facciamo un piccolo salto indietro; il mio nome è Jenny e sono una giovane ragazza italiana, con una spiccata fantasia ed un amore sconsiderato per la scrittura. Il mio modo prettamente ottimista ed ingenuo di vedere il mondo veniva spesso frainteso ed ero stanca di essere costantemente controllata e trattata da tutti come una bambina; cosi alla notizia del provvidenziale regalino di zia Alice, presi la palla al balzo e partii alla volta di Forks.. Li sarei stata libera ed indipendente e magari sarei riuscita a comporre finalmente il mio romanzo. Erano passati ormai due mesi dal mio arrivo in città, mi trovavo benissimo; avevo sempre adorato quel posto fin da piccola … Ma in tutto questo c’era una nota stonata - vi è mai successo di sentirvi costantemente osservate? Bèh è una sensazione poco piacevole credetemi soprattutto quando nel posto in cui vivi girano strane voci sull’esistenza di esseri immortali ed assetati di sangue - Dimenticavo! questo era un altro motivo per il quale ero li; volevo raccogliere più notizie possibili sull’argomento per il mio libro.. la passione per l’ignoto era un altro piccolo regalo che zia Alice mi aveva lasciato in eredità; lei come me viveva in un mondo tutto suo, la sua fervida immaginazione la portava a vagare ed a rifugiarsi per ore intere in lande sconosciute a chiunque altro. Improvvisamente però scomparve non lasciando alcuna traccia di se e per anni nessuno seppe più nulla di lei, con mio grande dolore … Molti dicevano che fosse stata uccisa dai Vampiri o che fosse addirittura fuggita con loro - Assurdo non credete??? - Tutto procedeva tranquillamente, passavo ore intere alla ricerca di notizie, sbirciando tra i libri e le ricerche di mia zia; tra le varie scartoffie trovai anche una serie di lettere inviatele da un uomo, ed alla fine solo delle iniziali J.H. in quelle righe vi erano riversati un amore ed una dolcezza quasi tangibili, chiunque avesse scritto quelle parole doveva amare mia zia immensamente e certamente possedeva la straorinaria capacità di riuscir a dar vita ai suoi sentimenti. Doveva trattarsi dell' angelo dai capelli color oro di cui la zia mi parlava sempre, ma che nessuno apparte me aveva visto; avevo circa sette anni allora e riuscii a vederlo solo di sfuggita, fu cosi veloce nel fuggire che per un attimo pensai di averlo solo immaginato. Ok ora basta tergiversare arriviamo al sodo! Una sera mentre stavo tornando a casa dalla vicina citta di Port Angeles, completamente inzuppata dalla fitta pioggia sentii nuovamente quella strana sensazione, qualcuno mi stava osservando; mi voltai per dare un occhiata, eppure la strada era completamente vuota, ma quando i miei occhi ripercorsero la strada al contrario si posarono su di una sagoma scura immobile sul marciapiede, mettendo a fuoco e mi resi conto che si trattava di un ragazzo - strano qualche secondo prima non mi era sembrato di vederlo, da dove caspita era sbucato?? - Anche lui era fradicio, teneva le mani in tasca e mi guardava torvo, quasi minaccioso, il suo sguardo mi trafisse come un dardo ma la cosa non mi spaventò più di tanto. Il giovane appariva distinto teneva su una giacca in doppiopetto di tessuto nero, anche se non riuscivo a distinguerne perfettamente i lineamenti sembrava un tipo piuttosto piacente; poi le grida improvvise di due ragazzini che si rincorrevano sotto la pioggia mi fecero sussultare, tornai con lo sguardo sul marciapiede, ma il ragazzo era scomparso, si era dileguato nel giro di una manciata di secondi; per un attimo restai disorientata dalla cosa, poi decisi che sarebbe stato meglio tornarmene velocemente a casa. L’indomani mi alzai di buon ora e decisi di andare nella foresta, avevo bisogno di dedicarmi al mio romanzo ed ero certa che un pò d'aria fresca e di natura incontaminata mi avrebbero certamente aiutata. Portai con me il mio fedele computer portatile, avevo deciso il mio romanzo doveva nascere li! Una volta arrivata mi sedetti su di un tronco e cominciai a buttare giù le prime righe, ero completamente ipnotizzata dalle parole che scorrevano veloci sullo schermo, quando ad un tratto una voce mi fece saltare “non dovresti essere qui! la foresta non è un posto sicuro per una ragazza” mi voltai seguendo la voce e lo riconobbi subito, era il ragazzo della sera prima; anche questa volta il suo sguardo era severo ed impassibile. Da lontano la sera precedente non avevo avuto modo di notare il colore dorato dei suoi occhi, che stava alla perfezione con l’oro dei suoi capelli lunghi e mossi “ so badare a me stessa grazie!” e lui “non ne sarei cosi sicuro fossi in te, la tua curiosità non ti porterà nulla di buono qui” disse in tono freddo. Odiavo quando qualcuno mi diceva cosa dovevo fare e soprattutto quando a farlo era uno sconosciuto - anche se obbiettivamente - pericolosamente affascinante - “ si può sapere tu chi saresti? Perché ti interessa tanto quello che faccio?” Attesi inutilmente una risposta ed irritata tornai a sedermi e ricominciai a scrivere. Lui era ancora li e mi osservava “vattene!” disse secco, mi voltai pronta ad aggredirlo a male parole, ma il tutto mi si strozzò in gola, lui era sparito.. DINUOVO! Ormai troppo innervosita dalla strana conversazione decisi di fare un giro in città volevo parlare con qualcuno, cosi arrivai nella libreria di Lisa; una ragazza che avevo conosciuto non appena tornata a Forks era di una bellezza surreale sembrava una specie di fatina, i suoi lunghi capelli castani facevano da cornice ai lineamenti delicati e la sua pelle chiarissima la facevano somigliare ad una bambolina di porcellana, i suoi modi erano gentili e dolci ispirava buonumore ci eravamo unite fin da subito “ Ciao Lizzy!” , lei si voltò verso di me con un gran sorriso “ hey Jenny, che bella sorpresa vieni” era tutta indaffarata nel catalogare vecchi libri “ Lizzy tu qui conosci tutti, ho incontrato uno strano ragazzo prima, biondo capelli medio-lunghi, occhi color oro, carino, ma odiosamente irritante! Conosci qualcuno che risponda a questa descrizione?” scoppiò in una risata “ oh Jenny , si credo di sapere di chi parli, sapevo che prima o poi lo avresti notato..” come faceva ad esserne cosi sicura “ Il suo nome è Jasper Hale, vive da queste parti da un anno circa, ma nessuno sa molto di lui” finalmente quella strana figura aveva un nome “so che pretendo molto, ma sai anche dove potrei trovarlo?” Liz mi spiegò in grandi linee dove avrei potuto trovare la casa di Jasper, anche se sembrava piuttosto esitante. La ringraziai ed uscii velocemente dalla Libreria dovevo trovare quel ragazzo e farmi spiegare un po’ di cose, ne sentivo l’assoluta necessità! Senza indugiare troppo salii a bordo della mia macchina e raggiunsi l'abitazione del misterioso giovane; La grande casa era completamente nascosta nella foresta, chissà se ci viveva da solo ? “ è impossibile fermarti è?” disse alle mie spalle con tono sarcastico “Jasper!” lo guardai male, e lui con un sorriso sbieco “vedo che ci siamo informate!? sei esattamente come lei, testarda e dannatamente sconsiderata ... ed anche un po’ irritante!” - come lei? - “ di chi stai parlando? “ sospira “di tua zia Alice!” “mia zia? Tu la conoscevi?” mi guardò negli occhi e disse “ la conoscevo molto bene” abbassò lo sguardo; ebbi come la sensazione di percepire il suo dolore, il mio stomaco si contorse dolorasemte. Jasper alzò lo sguardo e mi osservò “sei cambiata molto, anche se la tua sete di sapere è rimasta la stessa” ed un sorriso inaspettato comparse sul suo volto “sono un po’ confusa, tu mi conosci? Non mi ricordo di te” “oh non puoi, eri cosi piccola..” “ bèh come lo eri anche tu ... immagino” dissi con ironia, alla fine dovevamo essere più o meno coetanei; a quelle parole abbassò la testa scuotendola, poi volse lo sguardo al cielo, riducendo gli occhi ad una fessura “torna a casa ora, si sta facendo buio non mi va di saperti in giro da sola “ questa volta la sua voce era calma ed i suoi occhi riflettevano la stessa calma e sincera apprensione; a quelle parole non riuscii a disobbedire, mi accorsi che lo stavo fissando con gli occhi spalancati mentre annuivo inebetita… Quella voce, quella sicurezza, quello sguardo profondo e stranamente misterioso, come d'altronde lo era anche il suo colore, mi convinsero a fare dietrofront con estrema facilità, anche se in realtà morivo dalla voglia di dare libero sfogo alla valanga di domande che mi affollavano la mente. “bèh ciao” riuscii a dire ancora stordita dal mio strano comportamento e lui mi salutò con piccolissimo cenno della testa. Autrice Jennifer Sciarretta |
venerdì 7 ottobre 2011
La FanFiction del venerdì: OCCHI D'ORO
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