venerdì 1 agosto 2014

Olivier Assayas parla di Kristen su Vogue Paris - scans + Traduzione

   

L'apparizione della Bella Swan di Twilight nei credeti del nuovo film di Olivier Assayas con Juliette Binoche ha suscitato un certo interesse in molte persone. Dopo lo screening avvenuto a Cannes, il verdetto è stato sicuramente molto chiaro: KRISTEN STEWART ha conquistato lo show. Per Vogue, Olivier Assayas esplora il suo incontro con una giovane attrice che possiede un'aura supernaturale e universale. 

Più tardi, un mistero, "La vera Kristen"...
Ho girato solo un film con lei, non posso dire che conosco Kristen Stewart, forse a causa della sua personalità, e anche della mia, e anche grazie a questo, senza dubbio, senza compassione, è un po' difficile da spiegare quello che io ho dato a lei e quello che lei ha dato a me. Altre persone conoscono il suo carattere sicuramente meglio di me. Quanto a me, possiamo dire che è stato un lungo processo, più nebbioso probabilmente dipeso dalla sua apparizione in un film di Sean Penn, girato da Eric Gautier e adattato da Jon Krakauer: ho sempre portato con me la figura di questa ragazza davvero giovane, al di là delle vere qualità di Into The Wild. 

Prima di ciò, era difficile immaginare che le nostre strade si sarebbero in qualche modo incrociate, sia nel mondo del cinema che nella vita reale. Non credo in nient'altro come in dei forti circuiti (personalità forti). E questo doveva tutto a Kristen Stewart e alla sua audacia, allo spirito di ribellione che la rappresenta. E' questo che la rende una grande attrice? Non è questa la domanda giusta, è possibile ma non essenziale: si tratta di tutto quello che la tiene in vita, tutto quello che riesce a penetrare lo schermo grazie alle sue intense intepretazioni, questa passione però distrugge anche tutto ciò che è tiepido, falso, presente in tutte le zone che lei riesce ad irradiare mentre recita.
E' anche più confusionale considerando che non proviene da una periferia qualsiasi, o da una situazione sociale marginale, lei è originaria di Los Angeles, il cuore dell'industria, non a caso sede dell'aristocrazia moderna. E ancora, è così determinata a spaccare, una varietà di movimenti piuttosto selvaggi. Essere una persona onesta comporta il non dovere niente a nessuno. Bella Swan in "Twilight", una silhouette in "On the road", avere tutto il peso di "Snow White and The Huntsman" sulle sue spalle, lei è sempre immersa nella situazione al 100%, senza nessuna distanza, senza nessuna sfumatura, nessun giudizio. Lei ha un alter ego, proprio come ogni altra attrice, ma con lei la cosa diventa più estrema. Vi è la sua intimità, protetta da robusto scheletro sviluppatosi in un mondo in cui bisognava saper mantenere i segreti dato che è praticamente cresciuta su set cinematografici. E poi c'è l'altra parte di lei che inizia quando la telecamera si accende, è la parte che mostra tutto il suo potere, questa nuda verità che tutti vorremo acquisire, proveniente dalla sua naturale consapevolezza di ciò che possiede. 

Charles Gillibert, che ha prodotto 'Sils Maria', era con Nathanael Karmitz, il produttore di 'On the road', è grazie a lui che ho incontrato Kristen per la prima volta. Una sera al Silencia, non il miglior posto dove incontrare qualcuno. Ci siamo incontrati di nuovo un po' più tardi dopo aver parlato un po' su Skype e dopo aver deciso che avremmo lavorato assieme; fu in un'altra circostanza un po' astratta, una sfliata Chanel al Grand Palais, le modelle indossavano abiti casual insipirati dai disegni di Enki Bilal, e Kristen veniva così a dir poco rappresentata. Andammo allo show assieme, cercando di avere (per quanto difficile potesse essere) una sorta di conversazione abbastanza sciolta e naturale. Il giorno dopo, pranzammo assieme nel ristorante di un hotel - un fan rubò le chiavi della mia bicicletta pensando che fosse quella di Kristen. La cosa più importante era l'implicito, il sottinteso; e l'esplicito cercava, come poteva, di non danneggiare quello che non era necessario dire. A lei faceva piacere, credo, avere la chance di avventurarsi in un territorio sconosciuto, un territorio su cui lei magari ha fantasticato abbastanza ma che non fosse molto familiare ai suoi occhi, il territorio del Cinema Europeo Indipendente . Ed essere catapultata faccia a faccia con l'attrice che l'ha più isprirata per il suo tono libero, Juliette Binoche. Quanto a me, mi sono sentito stranamente instabile, anche se lei sapeva benissimo quanto me perché eravamo lì. Appena le cose diventarono un po' più chiare per lei, tutto sembrava apparirle più evidente, manteneva alta questa abilità ti analizzare il mondo come fa un bambino. Per me, nulla era semplice. Ma comunque, penso che è solo quando sono sul set, osservendo, non gli attori ma i personaggi che stanno interpretando, che capisco di essere a metà tra loro stessi e me, ed è così che finalmente metto insieme i pezzi del puzzle. Non sto certo dicendo, di non avere confidenza con le mie intuizioni, al contrario, ci credo così tanto che probabilmente sfioro l'irresponsabilità, so anche che nel mondo del cinema, non è l'elemento isolato che conta ma la sua alchimia. Sapevo che Kristen avrebbe stimolato e spinto Juliette, ma non sapevo se in effetti Kristen sarebbe stata stimolata e spinta da Juliette di rimando, se non fosse riuscita a mettersi in situazioni pericolose/rischiose, se non sapesse esplorare delle nuove aree nel profondo della sua persona che avrebbero porto aperto delle nuove porte del cinema inesplorate per lei. 
C'è qualcosa di misterioso nel rapporto che abbiamo costruito - inconsciamente - con i fantasmi di altri film alle spalle. Le riprese di 'Sils Maria' stavano già andando avanti e la star di 'Twilight' stava già spegnendosi, riducendo la sua preziosa e supernaturale aura, quando ho ricordato di aver visto Kristen un po' prima in 'Panic Room', non il miglior film del grande regista dei nostri tempi, David Fincher - intepretava la figlia di Jodie Foster. L'avevo totalmente dimenticato. Pensavo molto di più a 'The Runaways'. Un film biografico, non proprio ben fatto, sulla band creata da Kim Fowley e da dove Joan Jett salta fuori. Kristen interpretava lei - per la quale ho sempre avuto una cotta, già da Cherry Bomb, infatti questo l'ha fatta ritornare in vita.
Ho sempre ammirato il coraggio delle attrici. E in particolare quando parlano di avventurarsi e di confrontarsi con l'ignoto. Juliette Binoche che è ormai fuori dalla lista di persone da incontrare, Abbas Kiarostami, Isabelle Huppert, che ha seguito Brillante Mendoza nelle Filippine, nel cuore della giungla. O ancora Maggue Cheung, quando venne a Parigi per filmare, lontano dalla sua Hong - Kong, il film di un autore francese, di cui la notorietà era ancora segreta, me stesso. Ho pensato spesso a loro quando osservavo Kristen mentre giravamo 'Sils Maria', non ho fatto le cose facili per lei, il set era situato in alcune delle regioni più isolate in Europa: Lipsia, poi l'Engandina e alla fine il Sud - Tirolo. Era sola la maggior parte del tempo - i tabloids parlavano tanto della recente rottura col suo fidanzato - c'era però un'assistente per ogni squadra, ovviamente, sorridente e fedele. Non si tratta solo di lontananza geografica - difficile tornare a Los Angeles per il week end - ma piuttosto la situazione di vulnerabilità in cui si stava mettendo. E sicuramente la logistica delle riprese non poteva procurarle il conforto necessario che aveva sempre avuto - Nelle montagne, possiamo anche dire che era modesto. Non voglio dire di averla vista come un bozzolo e allora di conseguenza sapevo già che avrebbe perso, anche perché penso che lei odia l'idea di essere vista come un bozzolo. Ma le sue abitudini di lavoro e concentrazione erano i suoi punti di riferimento che non poteva avere qui. Non parlava francese, che, nonostante i suoi sforzi, era la seconda lingua più parlata sul set, ed era immersa totalmente in un ambiente straniero. Non abbiamo mai provato - leggere i copioni in anticipo non è di certo provare - e le scene erano sempre in movimento, non erano mai stabili, sempre aperte all'improvvisazione, per essere messe in discussione quando sembravano andar bene. Anche i sentimenti erano flessibili. Una scena scritta per essere drammatica si stava trasformando in qualcosa di più leggero, magari anche divertente, un'altra costruita intorno ad un punto crociale fu subito piazzata di nuovo in gioco. In questo modo, una scena in cui Kristen ha dovuto gettarsi in acqua è stata destabilizzata quando Juliette ha improvvisamente deciso di entrare per prima nell'acqua ghiacciata. In breve, abbiamo continuato a reinventare il film mentre giravamo, molto più libero rispetto al copione, così come lo stile o la storia: era impensabile nel sistema in cui Kristen era abituata a lavorare.
Questo era stato forse il risutato della personalità di Juliette Binoche, per il rispetto che lei provava nei confronti di Kristen; mentre Kristen vedeva un modello di donna/persona in Juliette. Non semplicemente un modello come attrice, ma più un modello di indipendenza, di sovranità, relazionata alle leggi del cinema. Juliette ha costruito la sua carriere fregandosene delle regole, mostrando se stessa senza esitazioni, senza tirarsi indietro, avventurandosi in nuovi territori, rischiando di perdere se stessa. Nel profondo del cuore, Kristen sapeva, instintivamente, che solo la libertà conta e quello che stava cercando in Juliette pone le sue radici in essa, accettò il lavoro perché voleva essere spinta, perché voleva spingersi in una situazione di pericolo. Perché al di là delle sue competenze - saper controllare se stessa in ogni tipo di situazione cinematografica dato che ha praticamente imparato lasciando che la sua vita cadesse interamente nel mondo del cinema da quando era una bambina - sapeva che aveva davanti una nuova dimensione, quella dell'abbandono, dopo la spontaneità, il linguaggio della sconsideratezza hanno la precenza. 

Poco fa parlavo di segreti, e credo che se Kristen ne avesse uno sarebbe indecifrabile, e quello che avevo intuito durante il nostro primo incontro, era esattamente questo: quello che stava diventando, se stessa, clandestinamente, attraversando ogni tipo di strada. Applicando questa tattica nelle leggi che governano Hollywood - essere libera, ma mai confessando una verità che non fa parte delle regole dell'industria. Passo dopo passo, ha imparato ad essere una persona singolare, vissuta, una figura che si distingue nel cinema americano, sta inventando un posto per se stessa - non si tratta di provare e riprovare, ma di raggiungere se stessa nell'unico modo che conta, nella vita e nell'altra, entrambe sono inseparabili. In breve, fare qualunque cosa affinché non diventi proibita.

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