Scans digitali
TRADUZIONE :
Sembrava impossibile mescolare un'aristocratica attrice francese, famosa per il suo personaggio in "Il paziente inglese", e l'americana ragazza d'oro, famosa per il suo ruolo nella Saga di Twilight. Ma il regista Olivier Assayas è riuscito a farle lavorare assieme. E sembra che sarà qualcosa di grandioso, date le critiche positive del Festival di Cannes. Una donna dal carattere severo, la Binoche, e una ragazza volubile, la Stewart, amalgamate entrambe nel film e nella vita reale. Non sono così vicine per far sì che Kristen la chiami BFF, ma abbastanza vicine per chiederle la sua opinione e scambiarsi battute stupide senza freno. Anche durante l'intervista.
J: Wow, i tuoi capelli sono così corti!
K: Sto cercando di essere un po' più come te.
J: Ti donano.
K: Quindi, suppongo che dovrei intervistarti? O dovremmo intervistarci entrambe? Ho un'idea: immaginiamo di essere sul set di Sils Maria, cosa ne pensi?
J: Mentre passeggiamo su un prato verde smeraldo, il sole splende e delle tenere nuvole ci girano attorno, e leggiamo Nietzsche...
K: ...E in questo momento ci perdiamo!
J: No, invece!
K: No, ma non eravamo lì neanche durante le riprese del film.
J: Ok, facevamo finta. E' solo che siamo delle incredibili attrici (ridono entrambe).
K: Tu saltellavi davanti a me come un cervo di montagna, mentre io mi lamentavo e trascinavo. E' stato fantastico.
J: Se solo non avessimo avuto tutte quelle sigarette e quell'alcol.
K: Giusto, tu stavi sempre fumando e bevendo.
J: Ma non è stata una mia idea! E' tutta colpa del regista. Olivier mi diceva sempre "fumane solamente qualcuna, bevi qualche bicchiere per favoooore!". Pensava che ogni anziana attrice agisse in questo modo. Ma non io!
K: Resta il fatto che hai fumato come una ciminiera e hai bevuto come se non ci fosse un domani (ride).
J: E' solo un trucco di scena. Le sigarette e l'alcol sono solo dei vecchi clichés. Incentivano il talento delle persone...
K: ...debolezze e vizi, e un artista ha bisogno di queste cose per andare avanti.
J: Hai detto 'vizi'? Non ho mai sentito questa parola sotto questo significato.
K: Questa parola ha un sacco di significati, da vicepresidente a un preciso elemento del carattere di una persona (ride). Ma sul serio, penso di amare questo aspetto dei nostri personaggi: entrambe vivono in una certa situazione di taccagneria, vicinanza, e in un certo senso l'alcol aiuta a riempire dei vuoti. Comunque, dopo le riprese molti dei nostri colleghi hanno iniziato a sentire una certa sensazione di vuoto e si sono tuffati nelle bottiglie di alcol. Quindi questo cliché non è tanto lontano dalla realtà.
J: Sei seria? Come fai a saperlo? (ride).
K: Io non bevo! Lo giuro!
J: Ok, volevo solo darti fastidio (ride). Hai ragione, il mio personaggio attraversa tutti i gironi dell'inferno, ed è dura. E l'alcol l'aiuta a...
K: ...a dimenticare.
J: Sì, non vuole credere a tutto quello che succede intorno e dentro di lei.
K: Nel mentre, è un dramma interno molto complicato: il tuo personaggio, Maria, diventa famosa grazie al personaggio della giovane, affascinante e ambiziosa Sigrid, e 20 anni dopo dovrebbe recitare nei panni dell'esatto opposto - una stanca e anziana attrice.
J: E qui c'è una domanda: vorresti tu, cara Kristen, interpretare il mio personaggio, maltrattato, ubriacone, avendo 24 anni?
K: Uhm... non ne sono sicura.
J: Cosa? Non vorresti?
K: Quando mi guardi in questo modo non riesco a dire di no (ride). Ma su questo devi essere d'accordo, sarebbe parecchio strano. Magari se ci scabiassimo i corpi.
J: Scusami?!
K: Ho detto di nuovo qualcosa di stupido?
J: Non è niente, dimenticalo.
K: Mio dio, come posso arrivare al punto. Dove potrei mai immaginare di essere qualcuno come te? Sei perfetta! E io sono così lontana. Ma comunque, il film è basato su questo: come una persona vede il proprio personaggio e come le persone esterne vedano quel preciso personaggio. Ricordi il nostro primo incontro, Juliette?
J: Tu eri uscita con il tuo produttore ed un paio di amici, eri sulla terrazza della Soho House di Berlino.
K: E all'improvviso "Juliette Binoche sta arrivando".
J: Comunque, confesso di essere stata molto nervosa prima del nostro incontro.
K: Davvero? Io ero molto più nervosa di te. Quando sei arrivata tutti si sono alzati in piedi, io mi sono praticamente pietrificata e sono rimasta ferma al mio posto, da sola. E' stato in qualche modo un incontro abbastanza formale. Abbiamo iniziato a parlare dei nostri personaggi praticamente subito.
J: E ricordo come agitavi le gambe tutto il tempo, proprio come stai facendo adesso.
K: E' una specie di tic, il mio (ride). Ero appena arrivata a Berlino.
J: Giusto. A differenza tua, io avevo avuto un paio di giorni per ambientarmi.
K: Stavo praticamente morendo dall'ansia, e tu mi parli di gambe. Comunque, prima del nostro incontro hai cercato su google qualcosa su di me?
J: Certo
K: E...?
J: Ho letto un paio di interviste, e mi sei piaciuta subito. Oltretutto, ho anche visto On the road, ma mi rifiuto di guardare Twilight.
K: Pfft... ammettilo, hai visto tutti i film e hai amato ogni istante.
J: Mi dispiace ma no. Ma in realtà è grazie a Twilight che ho saputo di te: la prima volta che ti ho vista è stata sul poster in camera di mia figlia. Una specie di shock! (Kristen ride). E in quell'incontro a Berlino eri nascosta dietro la porta e mi hai spaventata da morire. Ma il ghiaccio era ormai rotto.
K: Abbiamo parlato tantissimo quel giorno, e dopo il nostro incontro io ero tipo "Merda! Ci sono tante cose che non ho detto a quella donna!". C'è qualcosa in te, Juliette, che permette alle persone di confidarsi subito. E' facile fidarsi di te. Come ci riesci? E' una specie di dono. Se entrambe non fossimo state così occupate, ti avrei probabilmente chiamato la sera per chiederti qualche consiglio su tutto. Ascolta, hai mai pensato a quanto siano differenti le nostre biografie?
J: Tu sei una star di film per bambini, istruita a casa, primo film all'età di 9 anni, genitori di Hollywood, film commerciali ecc...
K: E tu sei una sofisticata donna francese, istruita in un collegio cattolico, che hai deciso di mollare a 15 anni per lavorare nei teatri a Parigi, così avresti recitato in qualche film di Godard più tardi.
J: Resta il fatto che abbiamo qualcosa in comune. La passione per il cinema, gente, ma più di tutto - per la recitazione. Questo fuoco che hai dentro mi ha attratta. Tutti ricercano loro stessi in qualcosa, e le passioni ci aiutano a venir fuori da ogni difficoltà presente. Non sarei seduta qui se non sentissi ancora questa passione, 30 anni dopo. Ci guida per tutta la vita.
K: Due fiamme che prendono forza quando sono assieme. Ew, no, magari suona un po' male. Ma hai ragione, questa passione ci guida, non ci lascerebbe mai da sole.
J: Trovo divertente che la gente pensi di poter superare le forti emozioni solo con film indipendenti. Certo, datemi la libertà e sceglierò di fare solo film indipendenti. Ma il successo di questi film dipende dalla fortuna. Quindi devi imparare a destreggiarti come un giocoliere, per analizzare tutta la gamma delle sensazioni in ogni film.
K: Odio quando le persone dicono "un ruolo per te stessa, un altro per il pubblico". Cazzate.
J: Sono d'accordo.
K: Tutto quello che faccio, lo faccio per me stessa. Film commerciali, film indipendenti o le pubblicità di Chanel, non importa. Sembra che dopo un film di successo una persona non possa permettersi più nulla. E sapete cosa? Posso farlo! Posso fare quel cazzo che mi pare. Sì, sono in questa posizione di privilegio inconsciamente. E non me ne vergogno.
J: Bene.
K: Non ho mai pregato nessuno per un ruolo. Posso avere un ruolo qualunque solo schioccando le dita. Non devo combattere, come fanno molti altri attori. Immagino una sorta di mappa piena di strade e vicoli, e l'unica cosa che devo fare è scegliere, scegliere dove mi va di stare. Tutte le porte sono aperte per me. Sono consapevole di aver avuto molta fortuna nella vita. Ed è abbastanza facile capire che: mi piace fare film commerciali perché lo so, tutti li guardano, attraggono le persone, sono facili da scegliere e piacciono subito. Scommetto che tuo figlio fu felicissimo di sapere che avresti recitato in Godzilla.
J: Lo era. Penso di non aver mai capito cosa fanno tutte le persone sui set di questi film con budget molto alti. Dopo tutto è sempre la stessa cosa: telecamera, regista, un paio di frasi dette da qualcuno. Ma hai ragione: amo tutta l'agitazione che solo un film commerciale riesce a creare. Le aspettative sono totalmente differenti.
K: Se parliamo di aspettative apriamo proprio un altro argomento. I lettori vorranno leggere sicuramente qualche tuo consiglio. Dimmi qualcosa di saggio. Hai qualcosa pronto?
J: Non lasciate che i vostri bambini giochino con un Oscar, se ne viene via l'oro.
K: (urlando e ridendo) Come sei saggia! L'ho sempre notato durante le riprese. Mi incoraggiavi a mettere più della mia persona nel personaggio. Ed io ero tipo, wow, lei è qui, dietro di me, e io voglio già migliorare. Me stessa, ovvio.
J: (ride) Che furbona!
K: Lo giuro! Ecco perché ti amo.
J: Recitare insieme è come dipingere un quadro assieme. Probabilmente parlerei anche in un dipinto.
K: Ben detto. Recitare ogni scena assieme è come...
J: ...le montagne russe. Non puoi dire con certezza come sarà, fin quando non siete assieme in una sola cabina. A volte puoi perdere quota, o improvvisamente senti il bisogno di saltare, oppure qualcuno ha bisogno di raggiungere qualcun'altro. E' così che ho sempre capito se il regista è un buon regista: permette agli attori di cercare loro stessi durante le riprese. Ecco perché il personaggio di Maria mi ha rapita, è una stella cadente. Ma la conclusione è: tu sei la stella ed io sto morendo.
K: Juliette!
J: Sto scherzando. Ho il permesso di farlo.
K: Accidenti a te. Sono molto felice di esserci trovate.
J: Anch'io. Purtroppo a volte ho dovuto lavorare con persone che non mi piacevano.
K: E com'è stato?
J: Tollerabile. Devi creare un muro attorno a te. Il peggio è quando le persone ti deludono. O quando iniziano a dirigerti in modo folle e non ti resta che piangere disperatamente nel camerino. Dopo tutto questo è difficile provare a stare dietro la telecamera, cercando di dimenticare il dolore.
K: Ci sono alcuni attori e alcune attrici che hanno una doppia personalità. Tipo, indossano il proprio personaggio sul set e una volta finite le riprese lo buttano via e se ne vanno. Non credo a questa cosa. Credo che ogni attore/attrice reciti una nuova parte di se stessa in ogni ruolo. Puoi avere una fervida immaginazione, cambiare totalmente scenario, passare da un estremo all'altro, non importa, ma dopo tutto stai interpretando una parte di te stesso. Tutto il resto è una cazzata.
J: Hai parlato in modo saggio.
K: Se due persone dietro una telecamera hanno una connessione, provano appieno tutte le emozioni, non fingono. E' tutto vero. E in questo modo anche il pubblico proverà queste emozioni. Proprio com'è stato tra di noi in Sils Maria. Ma dimmi un po', qualcosa è sembrato strano anche a te, quando hai rivisto il film?
J: Che vuoi dire?
K: Ci sono alcune scene che mi trasmettono esattamente quello che sentivo in quel momento. Ma non è sempre la stessa cosa. Alcune volte i ricordi sono diversi. E' per questo che mi viene difficile rivedere il film dopo. E le critiche... molte sono determinanti, ma molti commenti sono vuoti, dolorosi e non hanno nulla a che fare con la realtà. Nessuno sa com'è davvero il film. E come fanno ad avere un'esatta comprensione del film? Spesso le persone mi chiedono cosa ne penso dell'opinione pubblica.
J: E tu?
K: Rispondo con la domanda: quale delle mille opinioni? Comunque, è stato difficile guardarci sullo schermo?
J: Non più difficile del guardarmi tutte le mattine allo specchio (ride). Perché ti preoccupi così tanto? Abbiamo fatto un film fantastico! Bello e potente.
K: Ma è un film da chick-flick (per ragazzine) ?
J: Beh in effetti i ruoli importanti sono interpretati da donne.
K: Odio il termine chick-flick, scredita e semplifica tutto. E "potente chick-flick" suona malissimo.
J: Quindi sii d'accordo con me quando dico che il film è davvero speciale.
K: Mi piace.
(Un segretario entra e chiede di terminare l'intervista in quanto Kristen deve prendere un volo all'1.15 e sono le 11.45)
K: Oh, devo fare le valige e fiondarmi in aeroporto.
J: Fa come ti pare. Ma se perdi il tuo volo, possiamo vederci questa sera (ride).
K: Suona bene! Ma suona ancor meglio se non perdessi il mio volo. Ma comunque ci vedremo abbastanza presto - in Sud Africa per il nostro nuovo progetto.
J: Zitta! E' un segreto!
J: Wow, i tuoi capelli sono così corti!
K: Sto cercando di essere un po' più come te.
J: Ti donano.
K: Quindi, suppongo che dovrei intervistarti? O dovremmo intervistarci entrambe? Ho un'idea: immaginiamo di essere sul set di Sils Maria, cosa ne pensi?
J: Mentre passeggiamo su un prato verde smeraldo, il sole splende e delle tenere nuvole ci girano attorno, e leggiamo Nietzsche...
K: ...E in questo momento ci perdiamo!
J: No, invece!
K: No, ma non eravamo lì neanche durante le riprese del film.
J: Ok, facevamo finta. E' solo che siamo delle incredibili attrici (ridono entrambe).
K: Tu saltellavi davanti a me come un cervo di montagna, mentre io mi lamentavo e trascinavo. E' stato fantastico.
J: Se solo non avessimo avuto tutte quelle sigarette e quell'alcol.
K: Giusto, tu stavi sempre fumando e bevendo.
J: Ma non è stata una mia idea! E' tutta colpa del regista. Olivier mi diceva sempre "fumane solamente qualcuna, bevi qualche bicchiere per favoooore!". Pensava che ogni anziana attrice agisse in questo modo. Ma non io!
K: Resta il fatto che hai fumato come una ciminiera e hai bevuto come se non ci fosse un domani (ride).
J: E' solo un trucco di scena. Le sigarette e l'alcol sono solo dei vecchi clichés. Incentivano il talento delle persone...
K: ...debolezze e vizi, e un artista ha bisogno di queste cose per andare avanti.
J: Hai detto 'vizi'? Non ho mai sentito questa parola sotto questo significato.
K: Questa parola ha un sacco di significati, da vicepresidente a un preciso elemento del carattere di una persona (ride). Ma sul serio, penso di amare questo aspetto dei nostri personaggi: entrambe vivono in una certa situazione di taccagneria, vicinanza, e in un certo senso l'alcol aiuta a riempire dei vuoti. Comunque, dopo le riprese molti dei nostri colleghi hanno iniziato a sentire una certa sensazione di vuoto e si sono tuffati nelle bottiglie di alcol. Quindi questo cliché non è tanto lontano dalla realtà.
J: Sei seria? Come fai a saperlo? (ride).
K: Io non bevo! Lo giuro!
J: Ok, volevo solo darti fastidio (ride). Hai ragione, il mio personaggio attraversa tutti i gironi dell'inferno, ed è dura. E l'alcol l'aiuta a...
K: ...a dimenticare.
J: Sì, non vuole credere a tutto quello che succede intorno e dentro di lei.
K: Nel mentre, è un dramma interno molto complicato: il tuo personaggio, Maria, diventa famosa grazie al personaggio della giovane, affascinante e ambiziosa Sigrid, e 20 anni dopo dovrebbe recitare nei panni dell'esatto opposto - una stanca e anziana attrice.
J: E qui c'è una domanda: vorresti tu, cara Kristen, interpretare il mio personaggio, maltrattato, ubriacone, avendo 24 anni?
K: Uhm... non ne sono sicura.
J: Cosa? Non vorresti?
K: Quando mi guardi in questo modo non riesco a dire di no (ride). Ma su questo devi essere d'accordo, sarebbe parecchio strano. Magari se ci scabiassimo i corpi.
J: Scusami?!
K: Ho detto di nuovo qualcosa di stupido?
J: Non è niente, dimenticalo.
K: Mio dio, come posso arrivare al punto. Dove potrei mai immaginare di essere qualcuno come te? Sei perfetta! E io sono così lontana. Ma comunque, il film è basato su questo: come una persona vede il proprio personaggio e come le persone esterne vedano quel preciso personaggio. Ricordi il nostro primo incontro, Juliette?
J: Tu eri uscita con il tuo produttore ed un paio di amici, eri sulla terrazza della Soho House di Berlino.
K: E all'improvviso "Juliette Binoche sta arrivando".
J: Comunque, confesso di essere stata molto nervosa prima del nostro incontro.
K: Davvero? Io ero molto più nervosa di te. Quando sei arrivata tutti si sono alzati in piedi, io mi sono praticamente pietrificata e sono rimasta ferma al mio posto, da sola. E' stato in qualche modo un incontro abbastanza formale. Abbiamo iniziato a parlare dei nostri personaggi praticamente subito.
J: E ricordo come agitavi le gambe tutto il tempo, proprio come stai facendo adesso.
K: E' una specie di tic, il mio (ride). Ero appena arrivata a Berlino.
J: Giusto. A differenza tua, io avevo avuto un paio di giorni per ambientarmi.
K: Stavo praticamente morendo dall'ansia, e tu mi parli di gambe. Comunque, prima del nostro incontro hai cercato su google qualcosa su di me?
J: Certo
K: E...?
J: Ho letto un paio di interviste, e mi sei piaciuta subito. Oltretutto, ho anche visto On the road, ma mi rifiuto di guardare Twilight.
K: Pfft... ammettilo, hai visto tutti i film e hai amato ogni istante.
J: Mi dispiace ma no. Ma in realtà è grazie a Twilight che ho saputo di te: la prima volta che ti ho vista è stata sul poster in camera di mia figlia. Una specie di shock! (Kristen ride). E in quell'incontro a Berlino eri nascosta dietro la porta e mi hai spaventata da morire. Ma il ghiaccio era ormai rotto.
K: Abbiamo parlato tantissimo quel giorno, e dopo il nostro incontro io ero tipo "Merda! Ci sono tante cose che non ho detto a quella donna!". C'è qualcosa in te, Juliette, che permette alle persone di confidarsi subito. E' facile fidarsi di te. Come ci riesci? E' una specie di dono. Se entrambe non fossimo state così occupate, ti avrei probabilmente chiamato la sera per chiederti qualche consiglio su tutto. Ascolta, hai mai pensato a quanto siano differenti le nostre biografie?
J: Tu sei una star di film per bambini, istruita a casa, primo film all'età di 9 anni, genitori di Hollywood, film commerciali ecc...
K: E tu sei una sofisticata donna francese, istruita in un collegio cattolico, che hai deciso di mollare a 15 anni per lavorare nei teatri a Parigi, così avresti recitato in qualche film di Godard più tardi.
J: Resta il fatto che abbiamo qualcosa in comune. La passione per il cinema, gente, ma più di tutto - per la recitazione. Questo fuoco che hai dentro mi ha attratta. Tutti ricercano loro stessi in qualcosa, e le passioni ci aiutano a venir fuori da ogni difficoltà presente. Non sarei seduta qui se non sentissi ancora questa passione, 30 anni dopo. Ci guida per tutta la vita.
K: Due fiamme che prendono forza quando sono assieme. Ew, no, magari suona un po' male. Ma hai ragione, questa passione ci guida, non ci lascerebbe mai da sole.
K: Odio quando le persone dicono "un ruolo per te stessa, un altro per il pubblico". Cazzate.
J: Sono d'accordo.
K: Tutto quello che faccio, lo faccio per me stessa. Film commerciali, film indipendenti o le pubblicità di Chanel, non importa. Sembra che dopo un film di successo una persona non possa permettersi più nulla. E sapete cosa? Posso farlo! Posso fare quel cazzo che mi pare. Sì, sono in questa posizione di privilegio inconsciamente. E non me ne vergogno.
J: Bene.
K: Non ho mai pregato nessuno per un ruolo. Posso avere un ruolo qualunque solo schioccando le dita. Non devo combattere, come fanno molti altri attori. Immagino una sorta di mappa piena di strade e vicoli, e l'unica cosa che devo fare è scegliere, scegliere dove mi va di stare. Tutte le porte sono aperte per me. Sono consapevole di aver avuto molta fortuna nella vita. Ed è abbastanza facile capire che: mi piace fare film commerciali perché lo so, tutti li guardano, attraggono le persone, sono facili da scegliere e piacciono subito. Scommetto che tuo figlio fu felicissimo di sapere che avresti recitato in Godzilla.
J: Lo era. Penso di non aver mai capito cosa fanno tutte le persone sui set di questi film con budget molto alti. Dopo tutto è sempre la stessa cosa: telecamera, regista, un paio di frasi dette da qualcuno. Ma hai ragione: amo tutta l'agitazione che solo un film commerciale riesce a creare. Le aspettative sono totalmente differenti.
K: Se parliamo di aspettative apriamo proprio un altro argomento. I lettori vorranno leggere sicuramente qualche tuo consiglio. Dimmi qualcosa di saggio. Hai qualcosa pronto?
J: Non lasciate che i vostri bambini giochino con un Oscar, se ne viene via l'oro.
K: (urlando e ridendo) Come sei saggia! L'ho sempre notato durante le riprese. Mi incoraggiavi a mettere più della mia persona nel personaggio. Ed io ero tipo, wow, lei è qui, dietro di me, e io voglio già migliorare. Me stessa, ovvio.
J: (ride) Che furbona!
K: Lo giuro! Ecco perché ti amo.
J: Recitare insieme è come dipingere un quadro assieme. Probabilmente parlerei anche in un dipinto.
K: Ben detto. Recitare ogni scena assieme è come...
J: ...le montagne russe. Non puoi dire con certezza come sarà, fin quando non siete assieme in una sola cabina. A volte puoi perdere quota, o improvvisamente senti il bisogno di saltare, oppure qualcuno ha bisogno di raggiungere qualcun'altro. E' così che ho sempre capito se il regista è un buon regista: permette agli attori di cercare loro stessi durante le riprese. Ecco perché il personaggio di Maria mi ha rapita, è una stella cadente. Ma la conclusione è: tu sei la stella ed io sto morendo.
K: Juliette!
J: Sto scherzando. Ho il permesso di farlo.
K: Accidenti a te. Sono molto felice di esserci trovate.
J: Anch'io. Purtroppo a volte ho dovuto lavorare con persone che non mi piacevano.
K: E com'è stato?
J: Tollerabile. Devi creare un muro attorno a te. Il peggio è quando le persone ti deludono. O quando iniziano a dirigerti in modo folle e non ti resta che piangere disperatamente nel camerino. Dopo tutto questo è difficile provare a stare dietro la telecamera, cercando di dimenticare il dolore.
K: Ci sono alcuni attori e alcune attrici che hanno una doppia personalità. Tipo, indossano il proprio personaggio sul set e una volta finite le riprese lo buttano via e se ne vanno. Non credo a questa cosa. Credo che ogni attore/attrice reciti una nuova parte di se stessa in ogni ruolo. Puoi avere una fervida immaginazione, cambiare totalmente scenario, passare da un estremo all'altro, non importa, ma dopo tutto stai interpretando una parte di te stesso. Tutto il resto è una cazzata.
J: Hai parlato in modo saggio.
K: Se due persone dietro una telecamera hanno una connessione, provano appieno tutte le emozioni, non fingono. E' tutto vero. E in questo modo anche il pubblico proverà queste emozioni. Proprio com'è stato tra di noi in Sils Maria. Ma dimmi un po', qualcosa è sembrato strano anche a te, quando hai rivisto il film?
J: Che vuoi dire?
K: Ci sono alcune scene che mi trasmettono esattamente quello che sentivo in quel momento. Ma non è sempre la stessa cosa. Alcune volte i ricordi sono diversi. E' per questo che mi viene difficile rivedere il film dopo. E le critiche... molte sono determinanti, ma molti commenti sono vuoti, dolorosi e non hanno nulla a che fare con la realtà. Nessuno sa com'è davvero il film. E come fanno ad avere un'esatta comprensione del film? Spesso le persone mi chiedono cosa ne penso dell'opinione pubblica.
J: E tu?
K: Rispondo con la domanda: quale delle mille opinioni? Comunque, è stato difficile guardarci sullo schermo?
J: Non più difficile del guardarmi tutte le mattine allo specchio (ride). Perché ti preoccupi così tanto? Abbiamo fatto un film fantastico! Bello e potente.
K: Ma è un film da chick-flick (per ragazzine) ?
J: Beh in effetti i ruoli importanti sono interpretati da donne.
K: Odio il termine chick-flick, scredita e semplifica tutto. E "potente chick-flick" suona malissimo.
J: Quindi sii d'accordo con me quando dico che il film è davvero speciale.
K: Mi piace.
(Un segretario entra e chiede di terminare l'intervista in quanto Kristen deve prendere un volo all'1.15 e sono le 11.45)
K: Oh, devo fare le valige e fiondarmi in aeroporto.
J: Fa come ti pare. Ma se perdi il tuo volo, possiamo vederci questa sera (ride).
K: Suona bene! Ma suona ancor meglio se non perdessi il mio volo. Ma comunque ci vedremo abbastanza presto - in Sud Africa per il nostro nuovo progetto.
J: Zitta! E' un segreto!
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