venerdì 26 maggio 2017

Intervista di Robert con Amica a Cannes 2017


I mean”… Robert Pattinson (in concorso a Cannes 20117con Good Time) è di quelli che, qualsiasi domanda tu gli faccia, ti risponde cosi’: “I mean…”.
Seconda cosa che fa: abbassa lo sguardo. Terza cosa: non si offende affatto se chi gli sta accanto interviene e continua ad aggiungere dettagli ai suoi discorsi.
Probabilmente per Robert Pattinson “passare la palla” dell’attenzione generale è una liberazione… La sua timidezza è notevolmente sopra la media planetaria, esattamente quanto la sua fama (i fan gli hanno appena chiesto selfie e autografi e lui ha accettato, fa bravo ragazzo Brit molto ben educato): il problema, per Robert Pattinson deve essere trovare la quadra quotidiana…
Robert Pattinson è in concorso a Cannes 2017 con Good Time dei fratelli Benny e Josh Safdie, nuovi principini del cinema indie americano: “Non penso mai a come gli altri collocheranno i film che faccio ora rispetto a Twilight. Quello era una vita fa… So che volevo lavorare coi fratelli Safdie. L’avrei fatto indipendentemente dal progetto. Più che le storie, scelgo in base alle persone con cui lavorerò: al loro talento, al modo che hanno di raccontare il mondo”.


Appena la proiezione stampa è terminata, circolavano già voci che il Premio di miglior attore di Cannes 2017 sarà suo.

Indubbiamente Good Time è lontanissimo da Twilight…
Vero… Ma mi piaceva questo ragazzo, Connie, che è quanto di più lontano da me possa esserci. È un ragazzo di strada, di New York, è stato in carcere e con il fratello, che ha problemi relazionali, organizza una rapina che finisce male.Da lì in poi non ci fermiamo più. Lui viene arrestato, io cerco in tutti i modi di farlo uscire e non perdere il bottino, incontro gangster di alto borgo e di strada, una ragazza nera…

Anche il film non si ferma mai. È forsennato. Quasi due ore di corsa per le strade e le case di New York…
Anche in metropolitana! Cercavamo il realismo assoluto. I ragazzi di strada lo sono davvero. Uno dei ragazzi che interpreta un amico di Connie è stato davvero in prigione: è un attore straordinario! Mi sono immerso completamente nel gruppo. Ero uno di loro e basta.

Non deve essere stato facile: chissà in quanti l’hanno riconosciuta e fermato le riprese?
Nessuno! Nel film sono tatuato, ho il pizzetto, i capelli biondo platino. Spesso il cappuccio della felpa mi copre il viso, perché Connie deve nascondersi: è ricercato. In più per un bel po’ ho la faccia pitturata di rosso…

Inconsciamente cercava di nascondersi anche lei…
Diciamo che mi sono trovato benissimo su questo set. Non mi sentivo Robert Pattinson ma un attore parte di un progetto davvero unico. La postura è stata un amia idea: sono chino, il collo “rintanato” nelle spalle…Non penso mai a quanto un personaggio sia simile a me, o a quanto mettere di mio in lui: però in effetti, Connie cammina come me. Lui non deve farsi notare. Io cerco sempre di passare inosservato. A New York, sul set di Good Time ci sono riuscito! È stato davvero un good time…

Ma come hanno fatto i fratelli Safdie ad arrivare a Robert Pattinson?
Li ho cercati io, dopo aver visto il loro film Mad Love in New York. Eravamo entrambi a un festival, a Austin e non ho perso l’occasione di offrirmi per il loro film successivo… qualsiasi storia avessero scritto.Era il 2015. Poi ci siamo rivisti a Los Angeles: loro stavano lavorando a un’altra stroia, abbiamo parlato e quando ci siamo salutati, loro avevano già pensato a Good Time.

La parte più difficile, per lei?
Un po’ tatuarmi, non è nel mio carattere… ma scritte e disegni non erano definitivi, per fortuna. Mi ricaricavo costantemente: i fratelli e la loro troupe sono davvero pieni di forza, energia ed entusiasmo.Mi hanno detto: lascia fare al truccatore, tu pensa a dare un po’ della tua fragilità a Connie. Solo così sarà credibile, e il film con lui.

E lei gliel’ha data facilmente la sua fragilità?
Sì, ne ho così tanta… Alla fine mi sentivo più leggero. Anche in questo, Good Time è stato liberatorio.

Fonte AMICA

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