mercoledì 24 febbraio 2016

Kristen sulla copertina di Another Magazine UK (AGGIORNATO)

               
         L'edizione che celebra il 15° anniversario uscirà il 18 Febbraio. Kristen indossa Chanel.


Outtakes 
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Scans

 
In LQ



Traduzione
Kristen Stewart si lancia in un testa a testa tutto parigino con l'attore e artista Benn Northover.
Aveva appena ricominciato a piovere quando ho parcheggiato fuori dal quartier generale di Chanel situato presso Rue Cambon. Sono andato là per incontrare Kristen Stewart, che si trovava a Parigi per un paio di giorni dopo aver finito di girare “Personal Shopper”, la sua ultima collaborazione con Olivier Assayas. Avevamo pianificato di incontrarci dopo i suoi impegni mattutini per poi andare alla ricerca di cibo. Alla fine siamo finiti in un tranquillo angolo al Rose Bakery al Nono Arrondissement. (…) Seduto di fronte a Kristen, la prima cosa che noto è la sua totale concentrazione. E' la presenza di una ragazza con la testa sulle spalle, che è evidente anche in tutti i suoi lavori- un'energia impulsiva che si dirama in tutte le sue performance, facendo si che ognuna di esse sia permeata da vitalità e spontaneità. Il tutto condito dalla rara abilità di essere in grado di rivelare vulnerabilità di fronte alla telecamera. Se lei avesse mollato tutto dopo il franchise che l'ha portata alla fama mondiale, diciamo che avrebbe avuto una carriera che molti attori faticano ad ottenere. Ma la Stewart si stava solo riscaldando. Nel corso degli scorsi anni, è stata in grado di costruire un impressionante corpo cinematografico, dimostrando un talento unico e una convinzione immane. Non c'è da stupirsi se il suo magnetico ritratto di Valentine in COSM le abbia fatto guadagnare il premio come “Miglior attrice non protagonista” ai NYFCC e ai Cesar.
Da sempre più concentrata nella scoperta che nel traguardo, la Stewart non si lascia intimidire. Con diversi progetti nel suo futuro, inclusi film con Woody Allen, Ang Lee e Kelly Reichardt, il 2016 si prospetta come l'ennesimo anno impegnato per la stella ribelle di Hollywood.
BN: “Vivi nella LA est, vero? Non conosco quella parte della città”
KS: “
E' uno dei pochi posti a LA in cui si possono trovare cose che siano uniche nel loro genere. Non è una zona molto commerciale. Non saprei dove avrei vissuto se questa città non avesse avuto una zona occidentale”.
BN: “L'ultima volta che sono stato a LA, mi sono ritrovato all'Ace Hotel”
KS: “Mi piace la periferia”
BN: “Ci sono ancora tutti quei vecchi locali e cinema deserti”
KS:
“Si! Ho avuto modo di vedere il concerto di Patti Smith all'Ace Hotel”
BN: “Davvero?”
KS:
“Si, poi ci siamo messe anche a parlare, ma è stata l'unica volta in cui ho avuto modo di vederla esibirsi dal vivo, e quella è una zona davvero bella. Io stavo seduta nella parte dei mixer, e nel bel mezzo dello show lei è venuta da me per salutarmi. Ed io le ho risposto “Ma torna sul palco, ma sei pazza!! Grazie mille, ma fermati!!”. E' stato strepitoso”.
BN: “Come vi siete conosciute?”
KS:
“Ad un after party di OTR. All'epoca stavo attraversando un momento piuttosto fragile della mia vita, ad essere sinceri. Nonostante fossi circondata da persone, ero totalmente persa in me stessa. E lei venne da me e mi chiese se stessi bene”
BN: “Lei aveva capito”
KS:
“Lei aveva capito tutto. Le dissi, “Si, sto bene” e lei mi rispose “No, non intendo adesso. Sappi che i tuoi amici ci sono per te”. E io rimasi spiazzata dal gesto. Patti Smith che viene da me. E subito dopo, la prima cosa che pensai fu “Oh Dio, quello è stato...un grande regalo, cavolo”. Da quel momento abbiamo iniziato a parlare. Lei parla costantemente di lavoro e mi spinge a focalizzarmi su questo. “Il lavoro è la salvezza””.
BN: “Quello è il suo motto. Il lavoro è una disciplina”
KS:
“Sii! Lei è molto disciplinata”
BN: “Hai altri mentori nella tua vita?”
KS:
“Artisticamente parlando, Patti è la più grande”.
BN: “Lei comprende appieno il processo creativo e quanto sia personale”
KS:
“E riconosce quando le persone sono genuine ed è una compulsione e non qualcosa che stanno “costruendo”. Penso che lei sia così con molte persone. Dice sempre “Andiamo, bello! Andiamo, amico! Tieni il passo! Fa qualcosa che mi lasci a bocca aperta! Non ti fermare!”
BN: “Ho acquistato una copia del secondo libro della Smith poco prima di andare in aeroporto”
KS:
“Devo leggerlo. Ancora non ne ho avuto modo”
BN: “C'è un passaggio quasi all'inizio, in cui lei sta descrivendo una notte di Capodanno. Aveva appena finito di scrivere e aveva iniziato a guardare il film di Pasolini “Il Vangelo secondo Matteo”. Improvvisamente nota che “La giovane Maria di Pasolini, assomigliava ad una giovane Kristen Stewart”. Subito dopo, si diresse a festeggiare il capodanno”.
KS:
(*ride*) “E' fottutamente perfetta”
BN: “Sei stata immortalata nella letteratura”
KS:
“E' fantastico! Non lo sapevo nemmeno! “Just Kids” mi ha davvero presa, perchè sono una che non sta mai ferma. Non riesco a stare seduta immobile e quando ero più piccola, cercavo di capire come gestire questa cosa. Ora scrivo di più e ci mandiamo poesie. E dipingo”.
BN: “Wow! Cosa scrivi?”
KS: “
Diciamo che il mio lavoro si focalizza di più sull'applicazione, come ci si sente a scrivere. Mi piacciono molto le parole. Amo davvero tutto questo. Quando trovi la parola giusta per qualcosa, secondo me non c'è nulla di più gratificante. Penso che questo sia il motivo per il quale io amo recitare, perchè mi piace essere capita. Voglio provare emozioni e voglio assicurarmi che tu mi capisca e che io non abbia demolito nessuna fottuta emozione, nessuna parola. Amo quel sentimento. Non sono un'eremita, non lo sono mai stata. Voglio-”
BN: “Condividere”
KS:
“Assolutamente! Lo voglio fortemente”
BN: “Sembra che tu accolga appieno il processo di scoperta, contrapposto al semplice perseguimento di uno scopo e del suo risultato finale”.
KS:
“Si, devo focalizzarmi sul processo perchè non riesco a vedere la fine. Faccio sempre danni nel momento più importante. Sempre. Ma il mio modo di perseguire uno scopo, è sempre inaspettato. E amo quel tipo di lavoro, amo consumare l'arte in questo modo. Quando sai che qualcosa è brutta e sporca, ma riesci a sentire la fatica che ti ha condotta a quel punto. Da A a B, la cosa importante è il contenuto. A volte, ti sembra di avere l'impressione di voler sentire determinate emozioni, ma poi ti rendi conto di aver sbagliato. E che vuoi sentire tutt'altro”.
BN: “Il tuo processo da attrice è cambiato nel corso degli anni?”
KS:
“Il mio processo si è consolidato ma non è cambiato. Ho avuto un paio di esperienze con un paio di registi e di attori che erano così spensierati che sono arrivata al punto in cui non mi faccio più tante domande. Non mi chiedo più se il mio processo di preparazione non sia perfettamente allineato con quello di un altro. Sono abbastanza brava a selezionare e scegliere le persone con cui dovrei lavorare e raramente mi sbaglio. Nel momento in cui incontro qualcuno, so se balleremo (nel senso di andare d'accordo). E io ho sempre voglia di costruire qualcosa con qualcuno. Voglio ballare, cazzo. Ad esempio, nel film che ho appena finito di girare (PS) si parla di una ragazza che sta soffrendo per via della perdita del fratello, vive a Parigi e cerca di contattarlo in modo ossessivo. Inoltre è una terrificante storia di fantasmi, che parla della solitudine e ciò in cui credi è reale. Il film mi ha uccisa. Davvero. Assayas mi ha fatto correre da un lato all'altro di Parigi, per 15 ore al giorno, sei giorni alla settimana. Come una pistola che non smette di sparare colpi. Per cui, adesso, mi sento morta. Davvero,appena arrivo a casa, crollo. Ma amo tutto questo. Sinceramente, non so quante persone si sentano come mi sento io adesso. Sento che ho spinto me stessa ad un livello talmente estremo che ormai so come ci si sente ad essere vivi”.
BN: “E' quel bellissimo sentimento di totale immersione”
KS: “Amo questa parola. “Immersione”. Recentemente ho scritto una poesia “In fondo alla tua immersione”.
BN: “Quando ti sei data completamente a qualcosa”
KS:
“Oh mio Dio, quando sei sul set e sai che ti mancano ancora 10 ore di lavoro, ma stai tremando e sai che crollerai da un momento all'altro, ma non crolli. Riesci sempre ad arrivare a fine giornata, in un modo o nell'altro, ogni singola volta. E pensi “Ma com'è possibile? Sono molto più forte di quanto pensassi”.
BN: “Noto che sei una persona molto curiosa. Questo è utile nelle tue ricerche o sei piuttosto impulsiva?”
KS:
“E' strano. Ho questa strana avversione verso la troppa preparazione prima di un progetto e poi alla fine ci metto tutta me stessa. Credo molto nel tempismo perfetto e sento che, se dovessi capire qualcosa o immedesimarmi nella situazione e non dovesse essere il momento giusto e non viene ripreso, allora morirei. Sarei davvero dispiaciuta”.
BN: “Proteggi l'idea fino a quando non è pronta per essere espressa?”
KS:
“Si, la ignoro letteralmente, fino a quando non devo affrontarla. Per i ruoli in cui ho dovuto fare delle ricerche, diciamo che sono stata fortunata. Come quando ho dovuto interpretare Joan Jett, lei stava con me. Per cui non avrebbe mai permesso che io sbagliassi qualcosa”.
BN: “Avere Joan Jett con te sul set, mentre ti guardava le spalle? Wow”
KS:
(*ride*) “Era l'unico modo per non farmi sentire come se non stessi fingendo. Diciamo che lei è un'altra Patti, per me”.
BN: “Hai appena lavorato con Tim Blake Nelson (“Anesthesia”). Amo il suo lavoro. E' diverso lavorare con un regista che è stato un attore?”
KS:
“Tanto diverso. Perchè c'è una comprensione alla base, ovvero che un film sia un processo e che a volte, potrebbe non funzionare. Ci sono dei registi che pensano “Ok, ho fatto il mio dovere. Ora tocca a te. Va'”. E pensi “Uuuuh..”. Non ho dei pulsanti che posso premere. Noi attori dobbiamo trovare questi pulsanti, ma i registi devono aiutare. Per cui si, lavorare con registi che sono stati attori, è incredibile perchè sono sensibili e consapevoli delle tempistiche e dell'umore e dell'energia. Ed è come un fulmine dentro una bottiglia quando catturi qualcosa, e non è né una bugia, nè una finzione. E' un'esperienza che è capitata per caso”.
BN: “Penso che si tratti di quel tipo di equilibrio che ti fa concentrare sull'obiettivo e che non lascia che il lato tecnico del cinema si metta di mezzo”.
KS: “Ho grande rispetto verso l'aspetto tecnico. Amo quel tipo di processo così come amo la parte recitativa. Sai, mia mamma e mio papà fanno parte della crew ( *parla del lavoro dei genitori* ). Tutti i miei fratelli sono “grips” (sarebbero quelli che si occupano di costruire i supporti per le macchine da presa e che spesso di occupano proprio di posizionarle sui set). Mio nonno è stato il primo assistente di Cecil B DeMille”.
BN: “Una vera eredità cinematografica”
KS:
“Ce l'ho nel sangue. Non vorrei mai fare altro. Anche se non fossi stata attrice, avrei comunque lavorato nel mondo del cinema, in un modo o nell'altro”.
BN: “Quando si è sul set, la crew cinematografica diventa quasi una famiglia estesa”
KS: “
Si! E' come una fottuta famiglia! Riesci a percepire la loro passione. Non puoi fare quel tipo di lavoro a meno che non lo ami, perchè è molto difficile, raramente si ricevono dei grazie. Ma per poter essere un vero “componente felice della crew” devi amare questo lavoro. Ed è ciò che hanno fatto i miei genitori”.
BN: “Dirigeresti mai un film?”
KS:
“Si. E' nei miei programmi. Non vedo l'ora. Devo per forza”
BN: “Cos'è questa spinta?”
KS:
“Hai un assaggio di questo impulso sul set, nel momento in cui lavori con qualcuno che capisce cosa state creando insieme. Voglio essere in grado di poter aiutare le persone a sentire, a percepire. Non si tratta solo di essere un cantastorie. Ciò che conta è l'esperienza. Il viaggio dal punto A al punto B. Lasciare che le persone si sentano così tanto a proprio agio sul set al punto da lasciar cadere ogni inibizione. Amo quando questo succede a me”.
BN: “E' una cosa sottile”
KS:
“E' fottutamente difficile! E' come se fosse una danza”
BN: “Quale film ti ha ispirata quando eri piccola?”
KS:
“Amavo Taxi Driver. L'ho visto un milione di volte”
BN: “Non mi aspettavo questa risposta”
KS: “
I miei genitori non mi hanno protetta da cose del genere. Ho visto film che la maggior parte dei genitori non farebbe vedere ai propri figli, ma, se mai dovessi avere bambini e li voglio, non penso che li farò vivere dentro una teca di cristallo, estraniandoli dal mondo in cui vivono così che abbiano paura di tutto. Ovviamente bisogna trovare un equilibrio, però...”
BN: “Si dovrebbero evitare tv spazzatura e gossip insulso”
KS:
“Le persone che hanno interesse a vendere la propria vita privata come se fosse un fumetto? E' solo una questione di soldi, soldi e ancora soldi. Sono solo cazzate che servono a distrarre e molte persone guadagnano grazie a queste cose, perchè noi tutti vogliamo essere distratti”.
BN: “E c'è un malsano appetito per la distrazione che deve essere saziato”
KS
: “Assolutamente. Tutti noi lo abbiamo. Guaderei il mio Instagram ogni 30 secondi, in attesa di una foto di cui in realtà non mi importa nulla”.
BN: “Molti attori sentono delle pressioni nei confronti del far parte dei social media come a dire “Devo unirmi anche io, sennò non potrò lavorare!””
KS:
“Non è assolutamente un obbligo. Ma chi l'ha detto? Anche ai ragazzini, ai giovani attori a cui vengono dette queste cose..mi lascia spiazzata. Ma che razza di persone gli stanno attorno?”
BN: “Riguarda il processo di sentirsi consapevoli di se stessi. Riguarda la ricerca di approvazione”.
KS:
“Diciamo che così facendo, si è la causa dei propri mali perchè si creano aspettative. E sto cercando di sbarazzarmi di questa cosa”.
BN: “Sembra che tu protegga molto bene ciò che ti sta a cuore. E' stata una scelta consapevole o ancora una volta è questione di istinto?”
KS:
“Sono molto istintiva. Una volta che Twilight è arrivato al cinema ed io sono diventata famosa in una notte, mi sono spaventata parecchio. Ero terrorizzata. E ho iniziato ad alzare muri ovunque”.
BN: “Poca fiducia?”
KS: “
Esattamente. Il che è un danno. Diciamo che poco per volta ho iniziato ad abbattere queste mura. Devi sapere cosa sta succedendo, devi essere in grado di poter vedere al di là del muro. Non bisogna farlo diventare alto al punto da isolarsi. Ma non ho mai avuto il desiderio di condividere la mia vita privata con le persone che non conosco”.
BN: “Non penso che Instagram sia un social focalizzato sulla condivisione”
KS:
“Non si tratta di condivisione, ma di ricevere attenzioni. Su quella piattaforma ci sono persone insicure che hanno bisogno di sentirsi dire “Sei fantastico, sei fantastica” ogni singolo secondo della giornata. E molti attori sono fatti così. Siamo sensibili. Anche i migliori lo sono”.
BN: “Ho saputo del premio del NYFCC per Sils Maria. Per qualcuno che non si fa definire dai successi passati, questo traguardo cosa vuol dire?”
KS: “
Non sono il tipo di persona che vince premi. Per cui mi sono abituata al pensiero che non sarebbe mai successo. Mai. Anche se dovessi recitare superbamente, anche se dovessi metterci tutta me stessa al 1000%, non vincerei. Ad esempio, la vittoria del Cesar in Francia! E' stata pazzesca! In più il film è uscito un sacco di tempo fa ed è straniero ed è piuttosto diagonale, non è molto chiaro. Le performance che vengono riconosciute negli Stati Uniti sono sempre piuttosto estreme, e generalmente o si urla o si piange o, nel caso di una donna, si supera... qualche fottuta avversità o ostacolo. Ma Sils Maria è un film che spinge alla meditazione, è sottile. Ho amato quel film, ne sono fottutamente orgogliosa e penso che io e Juliette siamo riuscite a fare qualcosa di meraviglioso grazie all'aiuto di Oliver. Ne sono rimasta piacevolmente sorpresa”.
BN: “E sul fronte americano?”
KS: “
E' bello ricevere una pacca sulle spalle, ovviamente. Soprattutto se si considera da dove arrivo. Le persone amano questo genere di gara. E' come se si stesse correndo per le presidenziali. E tutto questo per vincere un fottuto Oscar. E' come se si trattasse di politica e te lo dico chiaro e tondo: una parte di te stessa ama tutto questo perchè vuoi che le persone sappiano che a te importa del tuo lavoro. E non c'è nulla di male in tutto questo. Ma tutto il circo, la corsa...Non lo farò mai. Sono stata davvero sconvolta dagli Oscar. Ecco perchè dico sempre di essere davvero importante in Francia” (*ride*)
BN: “Ricordo di aver parlato con Ben Gazzara una volta e mi disse “Sai, ho capito che in Francia mi amano””
KS:
“Non è una cosa negativa” (*ride*)
BN: “Com'è nata la collaborazione con Chanel?”
KS: “
Conoscevo il team da anni. Diciamo che questa collaborazione è stata un modo per conoscerci meglio. Karl è una persona deliziosa con cui lavorare. E' ossessionato dalle informazioni e dai dettagli, quasi ad un livello estremo. Ama davvero la storia delle cose”.
BN: “E' un pozzo di conoscenza”
KS:
“E' una persona colta e infonde conoscenza agli altri. Tutto ciò che vuole fare è insegnare nozioni alle persone. Tutto ciò che vuole è assicurarsi che tu sappia che genere di pellicola ha utilizzato per fotografare una fontana in Italia, e perchè voleva fare quella foto, e chi si era seduto su quella fontana nel 1910 o qualcosa del genere. Conosce gli anni, i nomi, le date- è molto preciso, ed è ossessionato dall'idea di tramandare il suo sapere. E si vede. E' come se fosse un nonno, una persona che viene da te e ti dice “Hey, ascolta! Questa cosa è importante!”. Non ha mai dubbi su se stesso dal punto di vista creativo, nemmeno sul luogo di lavoro. E' molto sicuro di se stesso. Non è una di quelle persone che ti fa passare ore e ore sul set. In genere le riprese non durano più di cinque minuti, ma a volte possono durare delle giornate intere. Se capisce cosa vuole al primo colpo, lo dice chiaro e tondo. Non ti fa mettere in dubbio una foto, è pronto a correre dei rischi”.
BN: “E' una cosa bizzarra. Avevo scritto una serie di domande che ti avrei chiesto, ma non ho guardato la mia agenda nemmeno una volta”
KS: “
Ecco, vedi? A volte bisogna prepararsi, perchè è giusto sentirsi pronti per qualcosa, così da potersi sentire sicuri di se stessi. Ma è anche bello buttare tutti i propri accorgimenti fuori dalla finestra. Tutto ciò che sai e che vuoi chiedere è dentro di te”.
BN: “E' successo ciò di cui parlavamo prima: impulso, impulso, impulso. E' come quella citazione “Danza come se nessuno ti stesse guardando, ama come se mai nessuno ti avesse ferito””.
KS:
“Vorrei poter essere in grado di ballare come se non mi stesse guardando nessuno. L'altra sera ho ballato e sono stata così bene! E non è per niente una cosa da me. Invidio le persone che riescono a farlo così facilmente. Sono una persona piuttosto fisica, ma ancora devo imparare a lasciarmi andare totalmente. Davvero, vorrei poter essere in grado di ballare di più. Tutto qua”.
BN: “Amo quando ci si perde totalmente nel momento”
KS: “
Anche io! E' la cosa più bella al mondo”
BN: “Ho da poco guardato il film “The End of the tour” (il film biopic su Foster Wallace) e alla fine del film, Jason Segel (che interpreta Foster Wallace) entra in questa chiesta Battista per lasciarsi andare. Si mette a ballare, è così liberatorio”.
KS:
“Oh! Devo assolutamente guardare questo film! David Foster Wallace è un fottuto mito. Ho disegnato un tatuaggio per Sils Maria basato sul suo discorso “This is Water”. C'erano due pesciolini e poi un pesce più grande. Oggi potrei farmi fare un nuovo tatuaggio”.
BN: “Sai già cosa?”
KS: “
Si, mi farò tatuare la frase “One more time, with feeling”. So che è terribilmente clichè, ma la scritta “One more time, with feeling” rivolta verso di me, così che io possa vederla sempre. Inoltre voglio che sia tatuata nella mia calligrafia, su questa vena. Perchè faccio un sacco di casini e anche piuttosto spesso. Non smetterò mai. Il lavoro non si fermerà mai. “Un'altra volta, con della passione. Rifallo, rifallo. Ah, pensi di aver fatto un casino? Non pensi che sia abbastanza? Che cosa carina, rifallo. Riprovaci”.


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