sabato 5 novembre 2011

Intervista a Robert su 'Gioia' Nov 2011.

Intervista:

“Non credo di essere tagliato per tutto questo. Sicuramente non per essere una star, forse nemmeno per fare l’attore. C’è chi desidera il successo fin da giovano e fa di tutto per diventare famoso. Se ci riesce, quando entra in una stanza piena di gente catalizza l’attenzione di tutti. E quel momento di soddisfazione giustifica la fatica e i compromessi fatti per arrivarci. Io no, mi sono trovato in questa situazione per caso. Se entrando in una stanza tutti mi osservano, mi sento a disagio. A volte mi sembra di essere un animale allo zoo. E non è piacevole.”

Non le importa dell’etichetta solo ora che è famoso?
“In giacca e cravatta mi sento stupido e, a meno che non sia richiesto andare in video, in genere mi vesto casual. Mi piace l’idea di essere preso come sono. E poi ho sempre guardato con sospetto alla gente troppo elegante.”
Bel taglio di capelli…
“L’ho fatto per un nuovo film, Cosmopolis. Adesso è finito, ma ho tenuto il taglio. Mi piace, lo trovo interessante: metà in un modo, metà nell’altro.”
Twilight è finito. Ha voglia di cambiar vita?
“Ancora non lo so. Non ho fatto solo il vampiro in questi anni, quindi non ho la sensazione che la mia vita professionale sia finita. Certo, sono sempre sorpreso da quanta attenzione ci sia intorno ai film di questa saga e dall’effetto che hanno avuto sul pubblico.”
Non si è annoiato a recitare sempre lo stesso ruolo?
“Diciamo che non è stato semplice, perché è nella natura di un vampiro non essere particolarmente espressivo. Ci sono tante cose che non può fare: a parte il suo amore – quasi un’ossessione – per Bella, non può provare impulsi, pulsioni, sentimenti. C’è il rischio di fare sempre le stesse cose e molto spesso durante una scena mi è capitato di fermarmi con la sensazione di aver sbagliato, di aver ripetuto quella precedente. Però abbiamo sempre cercato di privilegiare l’originalità, anche andando contro al racconto.”
Se non fosse stato un protagonista della serie, ne sarebbe stato un fan?
“Probabilmente questa risposta mi metterà nei guai. La verità è che non lo so. Sono sempre stato contrario alle saghe commerciali. Credo che i film in sé mi piacerebbero, ma non capisco perché la gente ne vada pazza. E poi alle grandi serie ho sempre preferito i film piccolo e poveri.”
L’altra sera in televisione davano uno dei capitolo di Twilight e poi Remember Me, un altro suo film. Ho avuto l’impressione che il secondo personaggio – un poco sfatto, barba lunga, sigaretta, bicchiere in mano – le fosse più vicino. Mi sbaglio?
“No. Quando ho letto la sceneggiatura mi sono subito identificato in quel personaggio. Di solito le pellicole con un protagonista giovane sono tutte uguali: c’è un ragazzo che non sa niente della vita e che nel corso del film impara tutto. In Remember Me invece s’intuiva che dietro c’era qualcosa di diverso. Sono partito con l’idea di interpretare me stesso, perché trovavo il suo stile di vita e il suo modo di fare molto simile ai miei. Ma poi ho cambiato direzione: recitare nei panni di se stessi è impossibile.
Non per John Malkovich.
“E invece credo di sì. Possiamo recitare nei panni della persona che abbiamo creato e che viene percepita dalla gente, ma sullo schermo non possiamo essere completamente noi stessi.”
Cosa intende per la persona che viene “percepita” dalla gente?
“Nel mio caso Edward, il vampiro. La gente non parla a me, non urla a me, non si strappa i capelli per me: lo fa per Edward. Vengono a vedere lui, e allora io devo dissociarmi da quel nome. Scappo, salgo su un’auto e sono un’altra persona. Loro ti guardano, ma vedono solo ciò che vogliono vedere.”
Immaginava che avrebbe avuto tutto questo successo?
“No, è una cosa pazzesca e inaspettata. Mi ricordo un giorno a Monaco, allo Stadio olimpico, davanti a 30mila persone arrivate lì per dieci minuti di conferenza stampa. E’ stata la cosa più ridicola che abbia mai vissuto. Se inizi a pensare che quelli sono lì per te e ti convinci di essere veramente fantastico, impazzisci di sicuro.”
E lei non si sente fantastico?
“No, per niente.”
Nemmeno un pochino?
“No. Se inizi a sentirti così poi ogni mattina, quando ti guardi allo specchio, devi ripetere a te stesso che sei la persona migliore del mondo. Al contrario, spesso io credo di avere una personalità opposta rispetto a quella necessaria per portare agevolmente il bagaglio della fama.”
Ma allora perché ha deciso di fare questo mestiere?
“Quando ho cominciato quasi nessuno guardava i miei film. E chi li guardava non faceva caso a chi ero ma al mio lavoro, alla parte che interpretavo. Io recitavo senza pensare alla carriera o all’effetto che avrei fatto al pubblico. Oggi molta gente pensa di conoscermi anche se non mi ha mai incontrato. Nella sua testa, sa cosa aspettarsi in base a quello che crede di sapere di me.”
Qual è la sua strategia di sopravvivenza, quindi ?
“La cosa migliore che un attore possa fare è vivere nella più assoluta riservatezza. Il che è impossibile, visto che devo farmi intervistare da persone come lei per promuovere il film. E poi certi giornali se non trovano nulla se lo inventano.”
Non sembra particolarmente a suo agio.
“Ogni volta che mi trovo in mezzo alla folla mi astraggo e penso: non sono io. Sono qui solo col mio corpo, la mia mente è da un’altra parte. E cerco sempre di ricordare che si tratta di un lavoro, non è la mia vita, anche se mantenere il controllo non è facile.”
A proposito di lavoro, l’ha cercato David Cronenberg per il suo ultimo film.
“Proprio quando pensavo che non avrei mai lavorato con un buon registra. Spesso la fama non aiuta a recitare in film di qualità. Invece è vero: Cronenberg mi ha cercato. Gli ho detto che mi sarei preso una settimana per decidere. E intanto cercavo il modo per dirgli che non ero adatto, che non avevo capito la sceneggiatura e che non avrei accettato la parte. L’unica sarebbe stata la telefonargli e dirgli: non accetto perché sono uno sfigato. Poi ho pensato che non volevo essere uno sfigato, e così ho detto di sì.”
E’ vero che durante le riprese ha adottato un cagnolino?
“Sì, l’ho trovato nei pressi del set e me lo sono tenuto.”
Una mossa decisamente tenera per un vampiro.
“Già. Forse cercavo un amico che non potesse parlare.”

Foto:




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